Strade Bianche 10/03/2019

Strade Bianche 10/03/2019

10 Marzo, Granfondo Strade Bianche, partecipano due portacolori del TBS (Daniele e Copp)…… ecco il racconto del weekend trascorso a Siena da parte del Copp:

Ci troviamo io e Daniele ,puntuali alle 9.30, caricata la macchina, via che si parte. Zero traffico e in 3 ore, siamo a Siena. Lasciamo le bici in ostello (che si trova a 2 km dalle porte di Siena e precisamente da Porta Camollia), una pizza veloce e ci fiondiamo alla Fortezza Medicea a ritirate il pacco gara (devo dire molto corposo e ben fornito).

Espletato il ritiro ,altra volata in centro per vedere l’ arrivo della gara dei professionisti.

Premetto che io non ho mai visitato la città di Siena, e vengo subito colpito dai viottoli stretti in porfido/ciottolato, e un continuo sali e scendi, e ne rimango subito affascinato. Ma non c’è tempo da perdere, bisogna trovare un posto per vedere l’arrivo. Cerchiamo di raggiungere la salita finale di Santa Caterina, ma come previsto, c’è talmente tanta gente che è impossibile raggiungere la famosa erta  finale. Siamo comunque fortunati perché troviamo dei posti appena dopo la curva a 90 gradi che decreta la fine della salita. In poche parole siamo ai meno 350Mt dall’ arrivo, dove i corridori arrivano stremati dalla salita, ma non hanno ancora lanciato la volata finale. La tecnologia ci viene in soccorso, visto che guardiamo gli ultimi 20 km della gara sul cellulare di Daniele, e cosi capiamo cosa sta succedendo in corsa. Arrivano le staffette apricorsa, ma quello che mi ha impressionato di più è stato il boato della folla al sopraggiungere dei primi due battistrada. Quando Alaphilippe e Fuglsang ci passano davanti, sono ancora appaiati, di li’ 100 Mt , l’alfiere della Quick Step , lancerà la volata che lo porterà alla vittoria. Il sopraggiungere del resto dei corridori, è un susseguirsi di urla di incitamento dal parte del pubblico. Rimango allibito nel vedere i volti impolverati e trasfigurati dalla fatica ,di questi ragazzi, allenati per fare questo, ma comunque stravolti, e il pensiero mi dice :”domani toccherà a te, se loro sono stravolti, ce la farai a portare a casa la pelle?”

Appena aprono le transenne, cerchiamo di ritornare subito in ostello, per una veloce doccia, e prepararci per la cena, che faremo in centro  a  Siena. Dopo aver parcheggiato la macchina, ci dirigiamo subito in Piazza del Campo, e anche lì rimango a bocca aperta,  per la  bellezza della piazza vista mille volte in televisione, che dal vivo sembra molto piccola, e piena di su e giù, e mi chiedo come possano far correre i cavalli per il palio, in posto del genere. Mi sarò girato una ventina di volte per guardare meglio la magnificenza di questo posto ,che racchiude una storia, una tradizione ,un sapore millenario. Dopo la classica foto di rito, sotto l’ arrivo, via che si va a cena. Con un po’ di difficoltà troviamo un ristorante che ha due posti, e consultato il menu ordiniamo uno dei loro piatti tipici, i Pici, che sono una pasta fresca fatta con farina di grano tenero, e di secondo una tagliata di Chianina, accompagnato da un buon Chianti. Rientrati in ostello, via subito a dormire, perché la sveglia è alle 6.30.

Dopo una discreta colazione, controllo  della bici per vedere se è tutto ok,  via alla partenza. Daniele ha il numero di pettorale 200 io oltre il 400, e quindi non siamo nella stessa griglia, lui seconda,  io terza. Alle 8.30 ci danno il via, gli oltre 5000 partenti piano piano si immettono verso la linea di partenza.  Io seguo la massa, cercando di superare un po’ di ragazzi, ma la strada è subito in discesa, e la velocità elevata , quindi per non rischiare troppo, cerco di mantenere delle giuste traiettorie, senza essere d’ intralcio a chi invece vuole guadagnare da subito posizioni. Dopo una 20ina di chilometri (percorsi ad oltre 42 di media), si arriva al primo tratto sterrato. La prima cosa che ho pensato è stata……adesso buco, come si fa’ con una bici da corsa,  ad andare sullo sterrato. La ruota posteriore va a destra e sinistra, quella anteriore, continua a saltare per le  sconnessioni del terreno, vedo sin da subito una miriade di borracce a terra ,e qualcuno a bordo strada intento a cambiare le camere d’aria forate,  poi guardo il contachilometri e stiamo andando ai 38 all’ora…..pazzesco penso.

Dopo un chilometro inizio a capire che se continuo a procedere a quella velocità mi brucio sin dà subito. Rallento un po’, ma neanche tanto perché guardo la media dopo la prima ora ,leggo 37.4,e non conoscendomi ancora su queste distanze, inizio a mangiare la prima di due barrette che ho in tasca.

Al chilometro 40 c’è il bivio tra la Granfondo e la Mediofondo, e penso, cacchio mancano ancora 100 km ad arrivare a Siena, ma la gamba sembra girare bene, e non ci do peso. Intanto passano i settori di sterrato sotto le ruote, e piano piano prendo le misure di come affrontare le varie insidie. In salita bisogna stare seduti, perché essendo una giornata secca, il terreno è molto polveroso e con quella brecciolina scivoloso e alleggerendo il posteriore, alzandosi sui pedali, la ruota slitta, invece quando sei in piano, riesci a fare comunque velocità, le insidie maggiori le hai in discesa.

Infatti nel 5° settore ,quello più lungo ( 9,5Km) dopo aver perso qualche metro da un bel gruppetto in salita, cerco di rientrare in discesa, e qui, spinto dalla foga, non prendo bene le misure e mi ritrovo a 20 metri e a 45 all’ora, una curva a 180 gradi. Provo a pinzare solo con il posteriore, e sento che la ruota si blocca subito scivolando sul terreno, avendo paura di frenare con l’ anteriore, e di piegare troppo la bici cadendo, sgancio il piede dal pedalino e faccio la curva derapando(grazie ciclocross fatto in inverno) e finendo nel ghiaione vicino al ciglio della strada, che mi fa rallentare un po’ ,aiutandomi a rimanere sulla bici. Questa manovra, però mi ha fatto rientrare sul gruppo.

La strada adesso è in asfalto, con un susseguirsi di su e giù, con panorami incantevoli (peccato che non ci sia il sole, penso) ma sono in un folto gruppo e quindi stando a ruota, sto risparmiando un po’ di energie, per il duro finale, godendomi il paesaggio. Prima dei tratti finali, c’è il secondo ristoro(il primo l’ho saltato)invece a questo mi fermo, per riempire borraccia e mangiare qualcosa.

Si riparte e siamo agli ultimi due settori di sterrato, quelli più duri, Colle Pizzuto (2,4 Km con pendenze che arrivano al 17%) e le famose Tolfe (1,1 Km con pendenze che superano il 20%)

Colle Pizzuto lo affronto cauto, anche perché il primo tratto è quello più duro, poi dopo un 5Km di falso piano in asfalto, è la volta delle Tolfe. Il primo tratto è in leggera discesa, poi ti si sbarra davanti questa lingua di polvere/sterrato, sempre più ripida. Monto un 36×28 che metto subito, appena inizia la salita, veramente dura, il mio garmin mi segnala che siamo al 24%(veritiero o meno, sto facendo una fatica boia). Qua vedo Daniele, un po’ in crisi, perché ha provato a tenere il gruppo di testa, e che ora sta pagando lo sforzo fatto, lo supero incitandolo. Adesso manca veramente poco, 10Km, si vede Siena, ma oltre ai soliti su e giù spacca gambe, c’è ancora da affrontare la salita di Santa Cristina. Prima di imboccarla però, il percorso ti fare un giro di Siena, e noto  subito il crescente pubblico a bordo strada che ti incita. Eccoci, triangolo rosso, sono in compagnia di altri 3 ragazzi, S sinistradestra, ed inizia l’ erta finale. Vi giuro che non ho visto i primi metri di salita, perché il mio sguardo è finito ai lati della strada. Una marea di persone che ti urla…ALE’ ALE’, chi ti incita…FORZA DAI CHE E’FINITA, chi ti fà i complimenti….BRAVIIIII, e il mio primo istinto è stato di mollare il manubrio e con le braccia alzate salutandoli, di urlare GRAZIE GRAZIE GRAZIEEEEE. Peccato che questa fase di godimento, sia durata 10Mt, perché ho dovuto prendere in pugno il manubrio, per mettere subito il rapporto più agile…….500Mt di lastricato al 18%

La cosa spettacolare è, che non mi ricordo questi 500Mt, ho solo nelle orecchie 500Mt di sconosciuti,  ai lati della strada, che mi incitavano………

Ecco la fatidica curva a 90 gradi che decreta la fine dello strappo……mancano 300Mt …..la strada da piana inizia a scendere…….sempre di più……..curva a sinistra…….semi curva a destra……curva a destra…….sempre più in discesa…..l’ARRIVO………anche se sono arrivato xxxesimo, il mio istinto mi fa alzare le braccia e urlare….SIIIIIIIIIIIIIIIIIIII. Chiudo i 138Km in 4h30min ai 31 di media, devo aspettare solo 5 minuti e vedo giungere Daniele, che dopo la crisi sulle Tolfe, ha in parte recuperato ,e anche lui è stracontento perché ha migliorato il suo tempo dello scorso anno. Foto di rito, sotto l’arrivo, tutti e due  impolverati, affaticati, ma sorridenti, perché  nel nostro piccolo, siamo consci di aver arricchito il nostro spirito ciclistico amatoriale, con questa Granfondo che, come dicono anche i professionisti, una gara cosi, al mondo non esiste!!!!!!!

Copp